Promemoria per accompagnare la nascita

Perché ogni donna ha bisogno di poter scegliere dove e come partorire?

Il parto è un processo involontario che, se si svolge nel rispetto della fisiologia, si conclude col suggello di un sano attaccamento per la coppia madre-bambino.
Il processo fisiologico naturale del parto consente all’organismo di muoversi progressivamente verso la messa a riposo del cervello razionale affinché il cervello primitivo possa condurre il processo
Siccome non è possibile aiutare un processo involontario se non interferendo con esso, l’obiettivo più sensato da porsi  per l’accompagnamento è quello di evitare di disturbarlo

L’attività neocorticale (quella legata all’intelletto, alla razionalità) ha un effetto di inibizione sulle situazioni che vengono gestite dalle strutture del cervello più arcaiche come ad esempio il parto e la sessualità
Siccome sono le strutture arcaiche che lavorano per liberare gli ormoni necessari per il parto, la neocorteccia deve essere a riposo perché altrimenti inibisce il processo
La donna in travaglio ha perciò bisogno di essere protetta dalle stimolazioni della neocorteccia mentre il cervello antico gestisce il processo e il dolore attraverso il rilascio di endorfine e ossitocina. Significa che ogni donna per il parto deve essere lasciata in pace e deve poter scegliere come e dove partorire.

Per approfondire: Michel Odent, La nascita e l’evoluzione dell’homo sapiens, Tlon edizioni

Nascere e crescere in conTatto

Da secoli le “credenze” di cui la maggior parte delle culture umane sono impregnate interferiscono nella relazione madre-bambino e madre-padre-bambino, rendendo difficile una connessione armonica tra i membri della famiglia nel rispetto dei tempi naturali e dei bisogni sia dei genitori che dei figli. L’azione di queste credenze va a sovrapporsi alla storia personale di nascita e vita di ciascuno dei genitori, rafforzando spesso meccanismi automatici che rendono difficile il collegamento con la vita così come essa si manifesta nel presente.

Il risultato di queste due forze stimola spesso nella madre un conflitto interiore tra ciò che farebbe seguendo il proprio istinto (che condivide con tutti gli altri mammiferi) e ciò che invece “è giusto fare” secondo un dato schema culturale di riferimento; mentre per il padre il conflitto si manifesta il più delle volte tra i bisogni di connessione e di contribuire alla vita del gruppo familiare e i bisogni di libertà e autonomia.

Per uscire da questa trappola è utile liberare il nostro istinto naturale, imparare ad osservare l’effetto che fa su noi adulti il contatto diretto con i nostri bambini, lasciando spazio a tutte le emozioni che emergono (di qualsiasi colore esse siano), osservando se vengono eventualmente risvegliati vissuti appartenenti alla nostra infanzia (magari non sempre piacevoli) e darci la possibilità di stare insieme. Stare insieme e in contatto ad esempio con: allattamento, sonno condiviso, contatto pelle a pelle, bimbi in fascia, massaggio neonatale… Potremmo scoprire la nostra personali modalità per soddisfare insieme i bisogni dei figli e i nostri.

Per approfondire: Carlos Gonzàlez, Bésame Mucho – Come crescere i vostri figli con amore, Coleman Editore

A cura di Angela Attianese